Da quando esiste internet, una delle basi di essa riguarda la ricerca di argomenti o prodotti dei quali siamo interessati. Con un semplice clic si apre di fronte a noi il mondo del web, che a noi apparirà tramite una pagina scorrevole con tutti i risultati della nostra ricerca. Basterà digitare nella classica barra in alto del nostro browser una qualunque informazione e verranno mostrati ai nostri occhi tutti gli argomenti associati ad essa.
Gli argomenti trovati andranno dall’alto al basso in ordine di inerenza all’informazione che noi cerchiamo, al fine di facilitare la nostra ricerca. Questo accade grazie all’algoritmo del nostro browser, che crea una semantica comune di argomenti simili all’informazione richiesta. L’algoritmo valuterà sia le keyword immesse nella barra di ricerca e la relazione tra loro sia quelle esistenti sulla rete, in modo tale da associarle.
La semantica
La ricerca semantica è ciò che permette all’utenza di trovare risultati inerenti al proprio argomento d’interesse. Tale sistema viene garantito dall’algoritmo del motore di ricerca, che categorizza tutte le informazioni relazionando le keyword. Nello specifico, quando un individuo digita un argomento su Google, questa informazione viene dedotta grazie al suo contesto e invia i dati ad algoritmi specializzati, per poi restituirli nella SERP. Quindi il nostro motore di ricerca recepisce l’argomento, lo categorizza, lo elabora e ci mostra i risultati associati ad esso. La ricerca semantica si snoda poi in due rami, intento di ricerca e contesto. La contemporanea collaborazione tra intento e contesto permette al nostro motore di ricerca di mostrarci i migliori risultati possibili per le nostre esigenze. Se ad esempio in una ricerca non utilizzassimo un contesto per categorizzare specificamente l’informazione di cui abbiamo bisogno, il nostro browser ci suggerirebbe vari risultati scollegati tra di loro, ma tutti collegati alle keyword immesse nella barra di ricerca.
Intento di ricerca
L’intento di ricerca corrisponde all’esplicitazione di ciò che l’utente sta veramente cercando. Quando un individuo cerca un’informazione in rete sta palesando apertamente cosa cerca sulla rete. Tale ricerca può essere navigazionale, transazionale o informazionale. La ricerca navigazionale si manifesta quando un utente cerca una pagina magari già visitata in passato di cui però non ricorda il sito con esattezza. Molto spesso lo stratagemma più utilizzato sta nella “branded search”, ovvero la ricerca, in questo caso di un prodotto, che si effettua in base al marchio richiesto. Può esserne un esempio “sito pantaloni Armani”. La ricerca transazionale entra più nello specifico. Questa volta l’utente sa già quale prodotto cercare nello specifico e ne digiterà il modello con possibile codice di taglia, come ad esempio “pantaloni Armani sportivi taglia M”. La ricerca informazionale è la ricerca più vaga delle tre. L’utente è interessato a un prodotto ma ancora non ha idee chiare su quale nello specifico, quindi potrebbe cercare ad esempio “pantaloni sportivi più comodi”.
Contesto
Il contesto di una ricerca riguarda ciò che la circonda. Esso si basa sulla localizzazione dell’utente che effettua la ricerca (se ad esempio cerca ristoranti vicini). Si basa sulla co-occorrenza delle informazioni, che lega le parole chiave della ricerca ai risultati. Si basa su argomenti di tendenza, ovvero argomenti più rilevanti riguardo una determinata ricerca. Si basa su caratteristiche della query, ovvero la fornitura di risultati sinonimi a quelli richiesti con considerazione anche di errori di battitura dell’utente. Si basa infine su un linguaggio naturale, fornendo risposte dirette su un determinato quesito dell’utenza (come ad esempio “ora esatta”).
Il cambiamento dell’intento di ricerca
Gli anni passano e la tecnologia non fa che evolversi. Questo coinvolgerà anche i sistemi software e quindi le intelligenze artificiali, causando anche un cambiamento negli intenti di ricerca. Molte delle ricerche non vengono più svolte solamente su personal computer, ma pian piano si stanno vedendo sostituiti da ricerche tramite smartphone e device simili. Questo ha portato a pensare che i tre tipi di ricerca dell’intento non siano più sufficienti, dato che la ricerca fatta con un dispositivo portatile da portare in qualunque luogo risulta ben differente da quella da casa col proprio calcolatore. Uno dei nuovi intenti di ricerca viene definito “Visit in person”, che si basa sulla localizzazione. Se ad esempio ci troviamo a passeggio e cerchiamo sul web un albergo vicino, la ricerca dovrà confrontarsi col servizio di Google Maps, aggiornando in tempo reale le posizioni più vicine a noi. Un altro cambiamento nell’intento di ricerca è chiamato “Do”, costituito dalla richiesta di un utente di un prodotto a cui potrebbe essere interessato. Da qui il browser intuisce che l’utente vuole acquistare un determinato prodotto e gli mostrerà in vari situazioni pubblicità ad esso inerente. A seguire abbiamo “Know”, che si divide a sua volta in “Know” e “Know simple”. Know riguarda intenti di ricerca più complessi che richiederà una serie di risultati da esaminare dall’utente, mentre invece Know simple sarà una ricerca più rapida e immediata, dove l’utente visualizzerà subito il risultato (ad esempio “moglie di un personaggio famoso”). Infine troviamo “Website”, che ricorda la ricerca navigazionale, quindi anche in questo tipo di ricerca l’utente cercherà risultati in seguito alla digitazione del nome di un brand o sito famoso.